Un giallo- rosa che forse avrebbe bisogno di più sprint

Eccoci ritornati lettori di storie oggi sono qui per recensirvi il romanzo dell’autrice Mila Orlando “Che fine ha fatto Caterina?”.

Parliamo di un romanzo giallo che scende lentamente anche un po’ nel romance mischiando le due cose e di per sé devo dire l’idea non è nemmeno male, ma partiamo da principio.

In una notte qualunque nella caotica Parigi Antonia riceve una telefonata dalla sorella Maria che preoccupata la informa che sua nonna Caterina è introvabile da ore ormai e che ovviamente inizia a preoccuparsi.

Antonia lavora presso Jean Claude, un capo assillante e dispotico che la tormenta ormai da anni con le sue continue richieste anche agli orari più improponibili. Antonia però sa che nonostante tra lei e il suo capo non scorra buon sangue dovrà partire, perché sua nonna ancora non è tornata e si sospetta un rapimento.

Tornata a Napoli che per un bel po’ di capitoli farà da sfondo all’intera narrazione lei e sua sorella decidono di denunciare la scomparsa di Caterina alla polizia. Quello che Antonia non immagina è che proprio lì incontrerà chi le ha spezzato il cuore anni prima, Andrea è il suo nome ed è grazie a lui se è stata costretta a scappare proprio a Parigi con il cuore a pezzi.

Il loro incontro però almeno inizialmente non ha un grosso impatto sulla loro relazione sebbene entrambi abbiano provato forti emozioni rivedendosi. Quello su cui si concentreranno è ritrovare Caterina e man mano verrà fuori una pista alquanto oscura che si ricollega ad un caso che Andrea, ormai Commissario, segue da anni.

Tra intrighi ed intrecci riusciranno a ritrovare Caterina e soprattutto a scoprire chi si cela dietro la sua scomparsa?

Ora parliamo delle mie considerazioni personali: ho apprezzato sicuramente l’idea di fondere il genere giallo con quello romance cercando di trovare l’incastro perfetto. Quello che però stona è il non aver approfondito a mio avviso è la parte gialla di tutta la narrazione. Forse sarebbe stato opportuno dare più rilevanza a tutto il caso seguito da Andrea trovando punti di unione con il presente magari grazie a dei flashback proprio del Commissario.

In conclusione la trovo una lettura abbastanza piacevole non da 5 stelle ma un 3 e mezzo ci sta.

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