Leggere questo romanzo è stato come guardare la mia vita!!

Ciao a tutti lettori e bentornati sul mio blog, oggi vorrei parlarvi del romanzo di Adele Oriana Orlando, edito da Land Editore ”La bambina che voleva amare” e vorrei farlo con tutta la delicatezza che merita perché sin da subito mi sono resa conto di leggere qualcosa di profondo e allo stesso tempo fragile.

L’autrice ci porta nella vita di Alice e ci racconta di quanto durante tutto il corso della sua vita si sia sentita inadeguata. Un’ inadeguatezza che affonda le sue radici proprio in colei che l’ha messa al mondo, sua madre.

Una madre che non solo è poco presente ma che mina costantemente la sua autostima e la sua vita sociale con il suo modo di fare freddo e arrogante. Alice soffre, soffre perché capisce che sua madre non la ama e non si prende cura di lei: a scuola ha i vestiti più logori di tutti, corti e inadatti alla sua età e quando un bullo le strappa il grembiule, unico bozzolo a proteggere il suo segreto ecco che il senso di inadeguatezza ritorna, accentuato ancora di più quando la madre incolpa lei per queste becere figure.

Il rapporto con suo padre poi, lo definisce inesistente, perlomeno ad inizio narrazione e più avanti scopriremo anche perché. Le tante sofferenze sono accompagnate anche da angeli che hanno reso le sue disgrazie meno pesanti, dividendo questo fardello insieme. Non voglio spoilerarvi troppo ma questo libro dovete leggerlo, vi aprirà gli occhi e vi farà capire quanta fortuna abbiamo nella nostra vita.

Appena iniziata la lettura mi sono detta “di questo romanzo devo farne una videorecensione” ma sapete una cosa? Non credo di essere psicologicamente in grado di reggere una videorecensione per questa storia perché mi ricorda tremendamente la mia. Sarei troppo coinvolta emotivamente per poterne parlare in maniera pacata e serena e avrei gli occhi lucidi ogni due secondi.

Ci sono ferite che nonostante sia passato tanto tempo sono difficili da chiudere, da lasciare andare, da dimenticare e basta una lettura come questa per riportare alla mente ricordi sepolti di anni e anni fa. Il cervello umano è qualcosa di straordinario, riesce a rimuovere o comunque ad accantonare alcuni avvenimenti traumatici della nostra vita come in un meccanismo di autodifesa, permettendoci di andare avanti. E penso che sia questo quello che mi è successo, perché per citare una frase del romanzo “una persona sola non può contenere tutto questo dolore” a meno che appunto la mente non crei una zona di accantonamento.

Per me è stato un po’ come riaprire un vaso di Pandora sepolto anni fa fatto di emozioni, sensazioni, disagio, dolore, leggevo di Alice e vedevo me, leggevo i suoi pensieri e rivivevo i miei. E’ stato anche gratificante però guardarsi indietro e pensare “ci sono riuscita, ho superato tutto questo dolore e sono riuscita a crearmi la mia famiglia, con un uomo meraviglioso e tante persone che amo accanto, proprio come Alice”. Spesso, persone come me, come Alice, si confondono tra tanti. Siamo in grado di passare inosservati consci che il nostro dolore, seppur enorme non potrà mai essere capito da chi non l’ha vissuto esattamente come noi. Ho passato una vita intera ad uniformarmi e ad invidiare ( so che è un sentimento brutto ma immaginate l’invidia di una bambina o di un’adolescente) le famiglie unite che vedevo, sperando che un giorno potesse succedere anche a me. Vi prego leggetelo, questo romanzo potrebbe aprirvi una finestra su un mondo che non immaginate nemmeno. Approvatissimo

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