Tante volte sarà capitato a ciascuno di noi di guardare il cielo e restare ammaliati dalle stelle, dall’oscurità di quel blu profondo e, guardando la Luna, pensare: “Cosa ci sarà oltre quello che i nostri occhi vedono?”, “Potrebbero esistere altre forme di vita? E, se sì, di che tipo?”. Queste sono domande che hanno portato l’uomo a fare ricerche, ad esplorare l’universo, inviare satelliti per spiare l’ignoto, prelevare campioni. Tutto ciò per capire se fosse possibile la vita oltre quella sul nostro pianeta e se esistono altri esseri viventi oltre quelli che conosciamo e che abitano la nostra Terra.
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Questi e altri quesiti esistenziali sono alla base del nuovo romanzo di Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa, intitolato Rhet nonché prequel del romanzo Elbrus (di cui vi avevamo già parlato qui: https://www.ithinkmagazine.it/di-clemente-capocasa-elbrus-recensione/). In questa nuova avventura editoriale, i due autori tentano appunto di dare una risposta che possa essere sufficientemente esaustiva alle tante domande esistenziali che ci facciamo immaginando l’ignoto. Data la complessità della trama, tuttavia, non sempre è semplice seguire il filo logico.
Partiamo dall’inizio: sin dalla prima pagina ci si trova immediatamente sopraffatti da termini nuovi, inseriti tutti insieme con i loro relativi significati. Sono perlopiù nomi dei vari personaggi che tuttavia non vengono ripetuti magari con note a piè di pagina, rischiando così (almeno questo è successo a chi scrive) di non riuscire a tenere a mente tutti gli svariati nomi nuovi per tutto il corso della lettura.
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